Viaggio in Val Comelico

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Comelico, la terrazza sulle Dolomiti

La Val Comelico è un luogo lontano da tutto, immerso nella natura. Questa valle dell’alto Cadore ha tutte le caratteristiche per diventare la meta delle tue prossime vacanze in settembre!!
Quindicimila ettari di boschi e pascoli per neanche 9 mila abitanti, sparpagliati su 20 chilometri di territorio. Una vallata che si insinua stretta tra montagne dolomitiche di enorme bellezza. Al cospetto delle famose Tre Cime di Lavaredo.

Per le strade senti ancora parlare ladino

Cortina d’Ampezzo, Falcade, Sappada, Arabba, famose e spesso affollate, sono proprio lì vicino. Con gli impianti, gli alberghi, i pregi ma anche i difetti delle zone turistiche più frequentate. Il Comelico, invece, è protetto dalle sue vette e da una strada che, fino a poco più di 30 anni fa, era una sofferenza di curve e strettoie. Poi hanno creato una galleria super agevole ma questa valle veneta (siamo in provincia di Belluno) è rimasta un mondo a sé, orgoglioso del suo essere ladino (qui per strada sentirai spesso Bun dè, Co vara pa? per dire “Buongiorno, come va?”) e delle sue tradizioni, prima fra tutte quella dei suoi tabià (gli antichi fienili in legno), della lavorazione del legname, del latte e dei formaggi.

A fondo valle scorre il Piave, alle estremità ci sono solo passi montani, quello di monte Croce Comelico verso la Pusteria, Cima Sappada verso il Cadore, sella di Razzo in direzione della Carnia. Poi le Dolomiti, con il gruppo del Popera a nord, i Brentoni a sud. L’impressione è di essere su una grande terrazza: una terrazza affacciata sulle cime più belle (veneto.eu).


Sui sentieri vista Dolomiti fai il pieno di ossigeno

Nel Comelico si cammina, si fa sci di fondo su una pista ampia e divertente perché la neve resta fino a tutto aprile e si può anche ciaspolare. Il giro più bello è quello che parte da Padola dove si trova l'ACTIVE HOTEL LA TORRE: è lungo una decina di chilometri e un tempo ospitava la Ciaspodolomitica destinata ai campioni. Con meno di 200 metri di dislivello, non è mai impegnativo, passa tutto intorno al paese, dentro un fitto bosco di abeti, lungo il torrente e su prati immensi.

Nel vicino paese di Casamazzagno, all’inizio della valle, parte invece una facile escursione adatta a tutti. Basta seguire le indicazioni, che si trovano in piazza, per la chiesetta di San Leonardo, a quota 1300. Qui si fa una sosta, si sbircia dentro le piccole finestre per ammirare gli affreschi seicenteschi, poi si prosegue lungo il segnavia 148. Si punta decisi verso la Spina, una dorsale che si spinge, uscendo dal bosco, verso i Brentoni, la vetta del Popera e la Marmolada. La salita porta a meno di 2.000 metri di quota, ma da lassù si vede un panorama incredibile.. E si respira aria pura, ascoltando il silenzio...

Nei borghi scopri la storia di questi luoghi

I piccoli paesi della valle conservano una delle testimonianze più preziose del territorio, quella delle stue, gli sbarramenti sul torrente Padola che rendevano possibile il trasporto del legname via acqua. A Casamazzagno c’è il piccolo museo La Stua che racconta la storia dei boschi e dei taglialegna, mostrando attrezzi inediti ma fondamentali per sopperire alla mancanza di gru e camion per il trasporto. Poco distante c’è una stua: la si raggiunge a piedi, dal centro del borgo di Padola, con un breve sentiero in discesa. Pare una semplice diga. In realtà va osservata per capire che era un raffinato sistema, creato nel 1521, per abbassare e alzare l’acqua. A monte si trova un bacino di 2 milioni d’acqua che permetteva ai tronchi di fluttuare su zattere, fino ad arrivare al Piave, in Cadore, e poi scendere verso il mare e Venezia. Perché la Serenissima è costruita proprio sul legname del Comelico.

 

Anche il centro di Padola merita una visita, per scoprire che si è in un territorio unico. Distrutto dagli incendi, il paese fu ricostruito seguendo un progetto dell’urbanista bellunese Giuseppe Segusini, nel 1846, che all’epoca era all’avanguardia. Oggi Padola ha la forma della croce di Sant’Andrea: nel centro ci sono la piazza e la chiesa di San Luca, con lo slanciato campanile. Non lontano il museo della Cultura alpina del Comelico e di Sappada con i mobili essenziali, ma resi poetici da disegni coloratissimi. La piazza del paese è il luogo ideale per incontrare la gente del posto, ascoltare il ladino e ammirare lo spettacolo delle cime tutte intorno.

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